I diritti lesi sono quelli di tutti i cittadini, chiamati a sostenere i costi dei danni causati dai teppisti della domenica. Dal 2022 sono oltre 6mila i tifosi colpiti dai Daspo. Sinceramente, buttare soldi per queste “teste calde” rappresenta un altro fattore che rende la situazione intollerabile. Lesi anche i diritti delle famiglie, degli sportivi e dei tifosi veri, che aspettano questi momenti di svago per coltivare una passione, per sostenere una fede sportiva, e invece, se tutto va bene, arrivano nei pressi di stadi blindati sempre più simili ad arene dei gladiatori che a luoghi di sport e divertimento.
Per non parlare dei diritti delle Forze dell’ordine. È il loro lavoro, si dice, ma sinceramente di insostenibile c’è anche il solito bollettino di “guerra” che arriva il fine settimana dagli stadi d’Italia, con agenti aggrediti e feriti. Quando di guerre, purtroppo, ne abbiamo già sin troppo piene le cronache. Allora non è concepibile e perdonabile danneggiare la quiete delle nostre città, dando la possibilità ad abitanti e turisti di viverle serenamente, specie nei fine settimana, per lasciare spazio a questi scontri tribali che con le parole “sport”, “calcio” e tantomeno “fede” hanno davvero pochissimo a che fare.
Si sta rompendo un ingranaggio che è insieme sociale, sportivo ed economico. Quest’ultimo fattore rende il mondo dello sport e del calcio, insieme alle grandi e per noi importanti passioni che è capace di suscitare, non solo bel terreno di ideali e valori, ma anche letteralmente un “mercato” da proteggere e tutelare per il potenziale che rappresenta e sprigiona. Ci sono però dei limiti da far rispettare nelle manifestazioni che animano questo mondo per non permettere che arrivino a danneggiarlo come terreno di gioco, come terreno di ideali e proprio come mercato.
Metteremmo a rischio un fattore di coesione sociale. Dunque tutti gli attori sociali ed economici coinvolti dovrebbero avere la lungimiranza e tutto l’interesse di sostenere e massimizzare l’impegno di un Governo che sulla sicurezza ha dimostrato di spendersi per portare a casa, finalmente, un risultato storico e determinate per tutti nella lotta alla violenza negli stadi. Che sarebbe un bel colpo inferto alla violenza “latu sensu”: difendere un luogo di sport e di cultura significa tutelare economicamente un mercato e raggiungere, socialmente, una vera conquista di civiltà.
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