Cassino, truffe con i soldi dei migranti: parola agli imputati

Coinvolti imprenditori e pubblici amministratori, 22 in totale

La conferenza stampa tenutasi nell’autunno del 2019
di Vincenzo Caramadre
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Martedì 30 Aprile 2024, 07:16

Sono accusati di essersi associati, utilizzando tre cooperative, per fare business illegale con i soldi destinati ai migranti, ma ora sono pronti a raccontare la loro verità in aula.

E’ in calendario oggi, davanti al collegio penale del tribunale di Cassino, l’udienza in cui rilasceranno le spontanee dichiarazioni alcuni dei principali imputati nel processo scaturito dall’indagine “Welcome To Italy”, mentre le loro difese produrranno la documentazione definitiva da depositare nel fascicolo del dibattimento. A dare la propria disponibilità a parlare è stato l’ex sindaco di Cassino, Bruno Scittarelli e Lucio Secondino (assistiti dagli avvocati Sandro Salera e Paolo Marandola). Ma non è escluso che anche altri imputati decidano di rilasciare le dichiarazioni. A processo sono finiti tra gli altri: Paolo Aristide Aristipini 48 anni di Cervaro, Katia Risi 44 anni di Cervaro, Bruno Scittarelli 70 anni di Cassino (ex sindaco), Daniele Scittarelli 37 anni di Cassino, Daniele Quadrini 48 anni di Sora, Michele Murante 70 anni di Poggio Mirteto (Rieti), Lucia Risi 37 anni di Cassino, Francesco Mosillo 37 anni di Cassino, Lucio Secondino 43 anni di Cassino, Dino Secondino 45 anni di Cassino, Michele De Rosa 36 anni di Cassino, Luca Imondi 38 anni di Cassino, Martino Valiante 58 anni (Caserta) e l’ex sindaco di San Giorgio a Liri Modesto Della Rosa, attuale candidato alle prossime elezioni amministrative di giugno al quale viene contestato il reato di estorsione. I reati contestati a vario titolo sono anno dall’associazione a delinquere finalizzata alla corruzione di dipendenti pubblici, estorsione, truffa ai danni dello Stato e Enti Pubblici, frode in pubbliche forniture, abuso d’ufficio, malversazione ai danni dello Stato, emissione ed utilizzo di fatture false.

LA RICOSTRUZIONE

L’indagine ribattezzata, “Welcome to Italy”, portata avanti dalla polizia e dalla guardia di finanza, sotto il coordinamento del sostituto procuratore Alfredo Mattei, della procura di Cassimo, ha ipotizzato un presunto sistema illecito che per l’accusa poggia sul mancato utilizzo dei fondi dei progetti Sprar e Cas per gli scopi ottenuti.

Soldi che sarebbero stati utilizzati, invece, per acquisto di auto di lusso, ma anche per l’organizzazione di una festa di compleanno e per la ristrutturazione di una villa con piscina. Tre le cooperative coinvolte: Casa di Tom, Ginestra e Lavoro per la Salute. Nel corso del dibattimento c’è stato un serrato confronto tra accusa e difesa, con decine di testimoni a già ascoltati. «I riscontri alle irregolarità nella gestione si fondano sulle e-mail intercettate nelle quali si parlava di anomalie, di conseguenza una volta eseguito l’accertamento nelle strutture con l’ausilio dei colleghi della scientifica è stato verificato lo stato dei luoghi», ha spiegato in aula il sovrintendente della polizia Domenico Di Salvo, che sulla tenuta delle case di accoglienza, il aveva parlato anche di «sudiciume e poco cibo ai migranti». Ma le difese hanno ribattuto, tramite i loro testimoni, che «tutto veniva gestito in maniere regolare» e che «non c’erano le anomalie» contestate e «l’accoglienza è stata espletata secondo i protocolli delle prefetture»

L’inchiesta risale a prima della pandemia e venne a galla nell'autunno 2019, quando furono eseguite alcune misure personali (poi revocate) e il sequestro di beni.

Entro luglio, ma quasi sicuramente prima, ci sarà la sentenza di primo grado. La requisitoria del pubblico ministero Mattei è prevista per il mese di maggio, poi toccherà alle arringhe difensive e a seguire la sentenza. Probabile che, a margine dell’udienza di oggi, verrà stilato un calendario finale.

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