Finte sponsorizzazioni, scoperta una frode da 17 milioni

La Guardia di finanza denuncia 114 persone. Coinvolte 21 associazioni sportive dilettantistiche e decine di imprenditori di tutta la provincia

INCHIESTA SPONSORIZZAZIONI INDAGINE GUARDIA FINANZA LATINA
di Vittorio Buongiorno
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Lunedì 6 Maggio 2024, 23:55

L’INCHIESTA

Un vorticoso giro di sponsorizzazioni alle società sportive dilettantistiche, ma sencondo la Procura di latina e la Guardia di Finanza il mecenatismo non c’entra. Secondo gli inquirenti era piuttosto «un articolato sistema di frode da parte di numerosi imprenditori, prevalentemente operanti nell’area del sud-pontino». Un giro di fatturazioni di fittizie sponsorizzazioni che lasciava alle “Asd” gli spiccioli e che produceva un tesoretto cospicuo di fondi neri per gli imprenditori..

Le indagini hanno consentito di ricostruire complessivamente false fatturazioni per oltre 17 milioni di euro. Una cifra enorme. Un budget da squadra di serie A. Che nella realtà - secondo gli inquirenti - aveva lo scopo «di ottenere, per ingenti importi, non solo l’evasione di Iva e imposte dirette, ma anche la sottrazione agli obblighi contributivi e previdenziali».

Le indagini sono state portate avanti dalle Fiamme Gialle della Compagnia di Fondi, guidata dal capitano Diego Lauretti e hanno coinvolto «114 soggetti tra aziende della zona e sssociazioni sportive dilettantistiche di svariate discipline». Si va dal calcio al calcio a 5, dal tennis tavolo al basket, dalla pallavolo alla pallamano, al ciclismo e perfino allo sci. Praticamente tutti gli sport sono stati toccati dall’inchiesta, anzi dalle 5 diverse inchieste aperte dalla Procura e seguite dal pm Giuseppe Miliano. Le società coinvolte in tutto il territorio della provincia di Latina «avrebbero fatto ricorso all’utilizzo di “false fatturazioni” per documentare costi fittizi con la finalità, per le imprese commerciali, di abbattere l’utile di esercizio (in alcuni casi generando persino delle perdite), e per le associazioni sportive di sfruttare il regime agevolativo della Legge 289/2002 per autofinanziarsi pagando le imposte soltanto sul 3% della totalità dei loro ricavi commerciali e versando l’Iva nella misura del 50% sulle operazioni imponibili».

Dalle prime ricostruzioni dei fatti le associazioni sportive - spicca il numero di quelle di Fondi che sono ben 21 - avrebbero «sottoscritto contratti con le imprese sponsor impegnandosi all'affissione di striscioni pubblicitari presso i vari campi e le strutture di gioco e sulle divise dei giocatori-atleti in occasione di eventi sportivi». In alcuni casi parliamo di eventi sportivi mai avvenuti. «In tutti gli altri - ammettono gli inquirenti - parliamo di eventi sportivi senza alcun impatto mediatico o proiezione esterna». Ovvero l’obiettivo principale di una sponsorizzazione.

L’ipotesi di reato era che in realtà la sponsoriuzzazione fosse del tutto fittizia e che l’obiettivo fosse solo quello di consentire alle aziende il ritorno di buona parte dei soldi sotto forma di fondi neri.

La conferma che l’ipotesi fosse fondata è arrivata dalla perquisizione presso la sede di una società dilettantistica di calcio a 5. I militari hanno trovato un fogliettino in cui imprudentemente era stato scritto: «Restituire all’imprenditore il 75% della cifra erogata».

Una sorta di cartina tornasole diuna abitudine costante: analizzando i conti correnti delle società soprtive sono emersi nei giorni successivi ai bonifici delle sponsorizzazioni prelievi che, guarda caso, corrispondono al 75% di quelle somme.

«Oltre a questo, che è il filone principale, ulteriori irregolarità sono state ipotizzate a seguito dell’esame della contabilità di alcune società sponsor, con riferimento a diverse fatture relative sia ad acquisti di materie prime provenienti da società esistenti solo sulla carta, totalmente destrutturate per risorse umane e materiali, sovente domiciliate in luoghi o indirizzi inesistenti, sia alla somministrazione illecita di manodopera da parte di società create al solo scopo di assorbire gli oneri contributivi e previdenziali che altrimenti sarebbero ricaduti in capo alle imprese principali».

Sulla base degli elementi raccolti, il giudice per le indagini preliminari, su richiesta del sostituto procuratore Giuseppe Miliano, ha anche disposto nei confronti di alcuni degli indagati il sequestro preventivo finalizzato alla confisca del denaro sui conti correnti pari al valore dell’imposta evasa per un ammontare di oltre 400 mila euro. «Ferma restando la presunzione di innocenza sino alla definizione dell’iter processuale, sono state deferite 114 persone - spiegano dalla Procura - per le ipotesi di reato di cui agli articoli 2 (Dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti) e 8 (emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti) del decreto legislativo n. 74/2000». Ventuno sono i rappresentanti leali delle associazioni sportive dilettantistiche, gli altri sono imprenditori. «Per alcuni dei soggetti è stata anche ipotizzata la condotta del cosiddetto “autoriciclaggio”, con riguardo al reimpiego del denaro proveniente dall’attività illecita».

Vittorio Buongiorno

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