De Rossi “special”, nessuno come lui: un rendimento da record (fa meglio anche di Spalletti e Capello)

In 13 gare il tecnico della Roma ha ottenuto gli stessi punti di Mourinho in 20 partite

De Rossi “special”, nessuno come lui: un rendimento da record (fa meglio anche di Spalletti e Capello)
di Stefano Carina
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Sabato 27 Aprile 2024, 07:08 - Ultimo aggiornamento: 28 Aprile, 09:19

ROMA A 14 anni, per quel caschetto biondo che si portava dietro, gli amici lo chiamavano Nino, «dicevano assomigliassi a Nino D'angelo». Poi, crescendo, c'è stato Capitan Futuro, soprannome che non lo ha mai fatto impazzire dalla prima volta che lo ha sentito: «Quando prenderò la fascia nessuno farà festa dicendo "evviva De Rossi è diventato Capitano" visto che la storia, il giocatore più forte di sempre, Totti, avrà smesso di giocare». Figuriamoci allora quando già a Udine hanno azzardato un confronto con lo Special One con le statistiche che lo vogliono aver ottenuto gli stessi punti di Mourinho (29) ma con 7 gare in meno. Daniele ha dribblato la questione con un sorriso («Non c'è una gara tra il mister e me») ma Mou o non Mou se ne dovrà fare una ragione. Perché il cammino della sua Roma è qualcosa di unico e incredibile che gli permette di lasciarsi alle spalle, a livello di media punti, tutti gli allenatori della storia giallorossa. Per carità, il cammino è appena iniziato ma intanto quel 2,23 di media lo tiene ampiamente davanti a Spalletti (a quota 2, anche se l'attuale ct dell'Italia lo ha ottenuto in 211 partite alla guida dei giallorossi), Garcia (1,99), Ranieri (1,93), Di Francesco (1,89) e Capello (1,88). Una graduatoria che vede Mourinho addirittura al 14° posto, con appena 1,61 in campionato che fa da contraltare in Europa ad una coppa vinta e un'altra sfiorata. Il gol di Cristante a Udine è somigliato molto ad un tiro da tre punti sulla sirena nel basket. Ora il vantaggio sull'Atalanta è di 4 lunghezze e anche se la squadra di Gasperini dovesse vincere il recupero contro la Fiorentina, rimarrebbe dietro ai giallorossi. Che non devono però fermarsi. Napoli è un altro crocevia, poi ci sarà il Bayer Leverkusen, a seguire la Juventus, ancora i tedeschi e infine l'Atalanta. Due settimane da vivere con il piede sull'acceleratore, senza la possibilità di poter rifiatare. Ma se «Nino non ha paura di tirare un calcio di rigore», come canta il poeta prestato alla canzone De Gregori, figuriamoci se Daniele vivrà con timore questi 14 giorni. «Una partita alla volta», continua a ripetere al gruppo. Un po' quello che lo ha portato ad esser confermato alla guida della Roma. Non pensare al domani ma vivere essenzialmente l'oggi.

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RINCORSA
Nei primi 100 giorni festeggiati a Udine (dove è arrivata, anche se in circostanze particolari, la prima vittoria in rimonta della sua gestione) De Rossi risulta tra i primi cinque allenatori ad aver segnato più gol nelle prime 19 partite contando anche l'Europa League in giallorosso: 36.

Primo tecnico di questa particolare graduatoria è Boskov con 40 gol in 19 gare. Seguono: Mourinho (39), poi Capello e Zeman (37). Fermandosi al campionato attuale, in queste 13 gare soltanto l'Inter ha segnato di più (30 a 27) e ottenuto più vittorie (11 a 9). Due delle quali (Udine e derby) più una a San Siro in Europa League, arrivate con la solita formula magica legata alle palle inattive. Sempre lo stesso movimento, blocchi in area a liberare il colpitore di testa con Cristante pronto a emulare Mancini. Una ritrovata efficacia che rende la Roma ancor di più imprevedibile e letale. Aspettando Lukaku, DDR ha rispolverato in Friuli anche la formula del doppio centravanti, utilizzata contro la Lazio ma senza Dybala. Moduli, uomini, idee, gol, tutto ruota attorno a questo signore che il 16 gennaio scorso sembrava messo lì soltanto per placare l'ira popolare per l'addio dello sciamano portoghese. Cento giorni dopo, eccolo pronto a giocarsi la stagione in 14 giorni. E con un rinnovo, non scontato, in tasca. Non poco.

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