Evan N'Dicka lascia l'ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine poco dopo l'ora di pranzo di ieri. La Roma opta per un'uscita secondaria, volta a dribblare i pochi cronisti ancora presenti in loco. L'ivoriano raggiunge la stazione ferroviaria e insieme al medico sociale Manara opta per il treno, anziché dell’areo, come mezzo per tornare nella Capitale. Tappa a Trigoria prima di riabbracciare la famiglia a casa. La grande paura è alle spalle.
Gli ultimi esami
Gli ultimi esami svolti ieri prima delle dimissioni dalla struttura ospedaliera, escludono definitivamente l'ipotesi di infarto, confermando quella che nella serata di domenica appariva l'ipotesi più accreditata.
Le reazioni
Ora, per l’ivoriano, inizia un'altra partita. Che lo vedrà sempre protagonista ma non immediatamente in campo. Per quello ci vorrà un po’ di tempo, come ha spiegato il professor Pino Capua nell’intervista sottostante. La stagione non è conclusa ma il difensore dovrà trascorrere un periodo di riposo, aspettando che si riassorbisca lo pneumotorace, e poi svolgere nuovi esami. Soltanto in seguito, dopo il via libera, potrà tornare in campo. Il peggio, di sicuro, è alle spalle. Giulio Trillò, direttore della Struttura Operativa Regionale Emergenza Sanitaria, racconta con un sospiro di sollievo quanto accaduto in campo e i timori di come, in un primo momento, la patologia riguardasse l’aspetto cardiologico: «Il dubbio era proprio questo e una sintomatologia del genere comprende sempre tre cose. Ossia i sintomi che c'erano, l’elettrocardiogramma e il dosaggio di una serie di enzimi cardiaci che viene fatto solo in ospedale. I sintomi erano presenti e quindi c’era tutta la giustificazione di fare un approfondimento presso l’ospedale». Un'efficienza, tra coordinamento medico, prontezza di De Rossi e comprensione sia del tecnico dell'Udinese Cioffi che dell'arbitro Pairetto, che ha meritato un plauso anche da parte del presidente del Coni, Giovanni Malagò: «È in assoluto un bel precedente. Tutti sono stati bravi. Allenatori, le squadre, bravo l'arbitro. Bene da ogni punto di vista».