“Campo Testaccio ciai tanta gloria...”,
il ricordo dello stadio cuore del rione

Convegno "Campo Testaccio...Ciai tanta gloria"
di Federico Feliciello
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Venerdì 20 Dicembre 2019, 20:50
Campo Testaccio, diviso tra mito e cronaca, è ancora una ferita aperta nel tessuto urbano della città e nella memoria collettiva dei tifosi della Roma. Se ne è discusso nel Convegno “Campo Testaccio…Ciai tanta gloria” organizzato dall’ Unione Testaccio ex allievi Don Bosco in collaborazione con Testaccio in Testa, Testaccio in Piazza, Roma Club Testaccio presso l’istituto comprensivo “Elsa Morante” in via Nicola Zabaglia 27 proprio di fronte allo storico campo giallorosso. Il convegno che ha celebrato il 90° avversario della prima partita dell’A.S. Roma sul “Campo Testaccio”, inaugurato il 3 novembre del 1929 contro il Brescia, è stato presieduto da Marco Impiglia, scrittore e giornalista che per le sue origini e la passione sportiva ha dedicato molti libri al calcio romano. Impiglia ha ripercorso le varie tappe che hanno reso indelebile il ricordo di “Campo Testaccio”, sede delle prime grandi vittorie giallorosse di cui sono stati protagonisti beniamini storici come Bernardini, Volk, Masetti, De Micheli, Chini, Ferraris IV e Fasanelli. In quegli anni grazie allo stadio un grande spirito di appartenenza al quartiere testaccino, capace di gettare le fondamenta dei primi gruppi organizzati per il tifo giallorosso. Campo Testaccio è stato teatro di 161 gare di campionato dell’AS Roma, che ha fatto la storia vincendone ben 103 di quelle 161. La storia è durata fino al 21 ottobre 1940, anno in cui lo stadio fu demolito. Dopo anni di oblio, a ottobre 2018 è stata operata una bonifica che aveva restituito speranza agli abitanti del quartiere e ai tifosi romantici, ma l’erba ed il degrado stanno riprendendo il sopravvento.  La necessità di una riqualificazione dell’area è quello emerso dagli intervenuti al dibattito come Riccardo Viola (Presidente del Coni Lazio), Patrizia Santoloce (rappresentante del I Municipio) e Sergio Gasperini (decano delle vecchie glorie giallorosse), con la speranza di tenere accesa sempre una luce per il futuro perché, a prescindere dalla fede calcistica è un peccato che sia abbandonato al degrado un sito che si trova in uno dei quartieri più antichi della capitale.
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