Todi, violenza in casa: aggredisce la compagna con un coltello, arrestato

Todi, violenza in casa: aggredisce la compagna con un coltello, arrestato
di Luigi Foglietti
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Martedì 7 Maggio 2024, 18:20

TODI Al culmine di una lite con la sua compagna, le ha puntato minaccioso un lungo coltello in gola, coltello trovato durante la colluttazione in cucina, poi l’ha percossa con violenza, procurandole ecchimosi sul volto, sulla braccia e sulle gambe, lesioni giudicate guaribili dai sanitari in 12 giorni. Il tutto nel centro di Todi dove un cuoco cinquantenne perugino convive con una compagna quarantaseienne di origini polacche.

Una volta sul posto, i carabinieri della compagnia di Todi, comandata dal capitano Giovanni De Liso, fatti i procedurali accertamenti per ricostruire le dinamiche dell’accaduto, hanno ritenuto l’uomo responsabile del reato di maltrattamenti contro la convivente, l’hanno portato in caserma per interrogarlo e, attesa la disposizione del sostituto procuratore del tribunale di Spoleto, l’hanno accompagnato agli arresti domiciliari da scontare in un’altra abitazione. Il giudice ha convalidato il provvedimento e ha disposto, inoltre, la misura del divieto di avvicinamento alla donna, imponendogli anche il braccialetto elettronico.

I militari sono stati allertati da una segnalazione pervenuta al “Numero Unico di Emergenza – Nue 112”, e hanno raggiunto immediatamente il domicilio della donna, dove hanno potuto verificare che, probabilmente per futili motivi, l’uomo l’aveva inizialmente minacciata, puntandole il coltello da cucina alla gola, per poi aggredirla fisicamente, tanto da procurarle quelle lesioni.

Forse pentito, ritrovata la calma ha chiamato con il cellulare il 118, ignorando che è collegato al numero 112 Numero Unico di Emergenza dove gli operatori, come da procedura, smistano le chiamate ai vari servizi, siano essi sanitari o di polizia. Infatti hanno girato la telefonata ai carabinieri che, prontamente, hanno richiamato il numero di cellulare da dove era partita la chiamata di segnalazione. Al telefono ha risposto l’uomo che, quando ha capito che stava parlando con i carabinieri ha subito minimizzato, sostenendo che non sussisteva nessun problema e che tutto era nella normalità. Ma l’orecchio attento dell’operatore della centrale dei carabinieri ha colto, dalla telefonata, che, sul fondo dell’ambiente da dove si rispondeva provenivano dei gemiti e un pianto da sofferenza inconfondibili, tanto da decidere di far intervenire immediatamente una pattuglia.

I carabinieri sono risaliti all’indirizzo attraverso l’aggancio della casella telefonica della zona. In pochissimi minuti sono arrivati nell’abitazione dove si era verificata la lite, trovandovi ancora i due a discutere. Una rapido esame e si sono subito resi conto che la casa era a soqquadro, un indice chiaro della violenza della lite.

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