Riforma Giustizia, Pecorella: «C’è un testo scritto 20 anni fa, forse ora il Paese è pronto»

L’ex presidente della Commissione giustizia (FI): «Spero che FdI e Lega non stiano solo tranquillizzando Forza Italia»

Riforma Giustizia, Pecorella: «C’è un testo scritto 20 anni fa, forse ora il Paese è pronto»
di Francesco Malfetano
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Domenica 5 Maggio 2024, 00:23

«Quando ero presidente della commissione Giustizia e parlavamo di separazione delle carriere la prima domanda era sempre: “Quanti voti ci fa prendere e quanti ce ne fa perdere?” Anche oggi è così, i tempi sono maturi ma prevarrà la logica politica. Spero solo che FdI e Lega non giochino solo a tranquillizzare Forza Italia». Gaetano Pecorella, classe 1938, ex deputato di FI e a lungo tra gli avvocati del Cavaliere, c’era quando Silvio Berlusconi contava di riuscire davvero a separare le carriere dei magistrati. E c’era pure quando, da presidente dell’Unione delle Camere Penali a fine anni ’90, pensavano di riuscirci gli avvocati. «Ne parlammo già quando si discuteva della nascita dell’Ucpi a Bari. Se in 50 anni non si è riusciti a farla è perché i magistrati hanno un fortissimo potere di controllo del potere politico. Non credo sia tanto diverso». 

Professor Pecorella, è la volta buona?
«Credo ci siano gli ingredienti giusti. Mi pare che il Paese abbia capito che chi fa il giudice non deve fare l’accusatore e chi fa l’accusatore non può fare il giudice. L’ha fatto a caro prezzo però, soprattutto per quelli che hanno avuto la disgrazia di trovarsi coinvolti in un processo. Detto ciò l’entusiasmo che leggo in giro è prematuro».

Perché?
«È una riforma costituzionale, ha un iter lungo, e ancora non c’è un testo base su cui discutere.

Eppure sarebbe bastato riprendere quello che avevamo scritto con Berlusconi e su cui c’era l’accordo di Alleanza Nazionale. Invece si è ripartiti da meno di zero, dal punto di dire facciamo due Csm. Ma sa questo lo propose, già prima di me, l’ex presidente della Camera Luciano Violante molti anni fa. Al momento siamo allo stesso punto delle altre volte». 

Teme boicottaggi?
«Ho letto l’intervista di un magistrato che ha rappresentato delle idee a dir poco provinciali sostenendo che “É la riforma di chi ha in antipatia un singolo pm” (il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia ndr). Come si fa a non temerne quando tutti dimenticano che la separazione delle carriere è un principio costituzionale? Non lo dice nessuno ma quando fu approvato il nuovo articolo 111 della Costituzione si disse che i giudici dovevano essere non solo imparziali ma terzi. Questo inevitabilmente vuole dire che il giudice appartiene ad un sistema che è distinto sia dal pubblico ministero che dal difensore». 

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