Torino, Sgarbi candidato alle Europee: «Hanno cancellato presentazione mio libro». Annalena Benini: «Regole par condicio, e poi non è elegante»

Oggi l'inaugurazione del Salone del libro

Torino, la polemica di Sgarbi candidato alle Europee: «Hanno cancellato la presentazione del mio libro». Annalena Benini risponde: «Sì, non è elegante»
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Giovedì 9 Maggio 2024, 16:51 - Ultimo aggiornamento: 17:06

La direttrice del Salone del Libro di Torino Annalena Benini lo aveva detto già: al Lingotto la campagna elettorale rimarrà fuori. Ma Vittorio Sgarbi, candidato FdI alle elezioni europee nella circoscrizione Italia meridionale, se l'è presa comunque quando gli hanno cancellato la presentazione del suo libro su Michelangelo. E non sarà l'unico a dover rinunciare al palco (l'accesso, invece, non è ovviamente in discussione) inaugurato oggi, che durerà fino a lunedì 13 maggio, e che ospiterà tra i tanti eventi anche il primo incontro col pubblico in una sala con 1.200 persone, dopo l'attentato, di Salman Rushdie.

«Momento triste», ha commentato Sgarbi  che parla di voluta contrapposizione tra politica e cultura.

Tra le due spunta una terza categoria, invece. L'eleganza.

Tristezza contro eleganza: la polemica al Salone del libro di Torino, ecco come Annalena Benini ha risposto a Sgarbi

Oggi, la direttrice del Salone Benini inaugurando la kermesse ha sottolineato di aver potuto lavorare con grande libertà («Neanche l'ombra di una pressione», ha detto all'Ansa), ed è tornata a spiegare che non è solo una questione di par condicio se Sgarbi non può presentare il libro come un autore qualsiasi. Non è quindi solo un fatto di assicurare la stessa, esatta, visibilità ai candidati in campo, ma è anche buongusto. Proprio così.

«Seguiamo le regole della campagna elettorale, naturalmente. Quindi i politici candidati, mi sembra anche una questione di eleganza, non possono presentare i libri, ma il Salone è aperto a tutti e accoglieremo tutti con gioia», ha spiegato la giornalista, che succede a Lagioia nella direzione dell'evento, dopo le polemiche sulla presentazione da parte dell'ex sottosegretario del governo Meloni Vittorio Sgarbi del suo libro a Torino.

Non è un caso di censura. Semplicemente manca un mese alle elezioni e la par condicio è entrata in vigore l'11 aprile: il doppio status di autore e candidato potrebbe essere un problema per la ribalta elettorale che potrebbe conseguire. 

«Mi rassicura la casa editrice che non si tratta di una censura personale (per la quale gridare contro il regime come Scurati), ma di una norma non scritta che prevede che chi è candidato alle elezioni (immagino di qualsiasi tipo) in regime di par condicio non possa presentare un libro», scrive uno Sgarbi amareggiato. «Sembra strano, e lo è. Ma ben oltre l'assurdità, essendo il Salone del libro a Torino e io candidato alle europee nel Meridione d'Italia. Si dirà che il salone del libro è una manifestazione nazionale e quindi può determinare influenze e vantaggi politici anche per chi presenta un libro di storia dell'arte. Non ho mancato l'appuntamento torinese (con relative presentazioni) per 36 anni, e sono certo che in tanti anni avrò incrociato occasioni elettorali. La misura coercitiva con la sua interpretazione restrittiva estesa anche a occasioni non televisive, per cui è stata creata la par condicio - denuncia il critico - è un segnale inquietante per la riconosciuta contrapposizione tra politica e cultura, di cui sono stato vittima in tempi recenti. È un momento triste per l'Italia perché - conclude Sgarbi - sancisce dannose incompatibilità e, attraverso proibizioni e limitazioni, invece di garantire pari diritti, impone falsi doveri». 

Il ministro della cultura Gennaro Sangiuliano si è affrettato a chiudere la questione con una frase, leggermente spazientita: gli auguri perché l'ex collega di esecutivo, con cui ha trascorsi teneri, possa «sempre» presentare il libro «ovunque». 

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Salvini a Torino domani per un firmacopie: «Auspico clima disteso»

Anche il vicepremier, e segretario della Lega, Matteo Salvini non potrà presentare il suo ultimo volume e si limiterà a un "firmacopie". Ma intanto mette le mani avanti e spera in un clima disteso dopo le contestazioni di questa mattina a Roccella che non ha potuto parlare agli Stati generali della natalità, e che fu contestata un anno fa proprio al Salone del libro di Torino, quando questo era diretto da Lagioia. Quella volta montò la polemica perché Lagioia in un tentativo di mediazione cercò di concertare l'intervento di Roccella e le proteste dando pari dignità alle due parti e definendo le contestazioni «legittime», cosa che fece andare su tutte le furie la sottosegretaria meloniana Montaruli che gli urlò dietro una serie di ripetuti «Vergogna!». Salvini mette in guardia da possibili replay: «Ferma condanna per quanto successo al ministro della Famiglia Eugenia Roccella, alla quale ribadisco totale solidarietà: siamo di fronte all’ennesimo atto di censura violenta. Domani sarò al Salone del Libro di Torino, auspico ci sia un clima disteso nonostante qualche assurda polemica degli ultimi giorni: è necessario confronto e non scontro, come normale in una democrazia»

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