Sammartino, vicegovernatore Regione Sicilia sospeso: inchiesta su voto di scambio e corruzione. Un pentito: «Era a un incontro con un boss»

L'Antimafia chiede gli atti dell'inchiesta

Sammartino, vicegovernatore Regione Sicilia sospeso: inchiesta su voto di scambio e corruzione. Un pentito: «Era a un incontro con un boss»
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Mercoledì 17 Aprile 2024, 18:40 - Ultimo aggiornamento: 18 Aprile, 06:30

Uno scambio di favori per ottenere voti per l'allora candidata del Pd alle elezioni europee del 2020, Caterina Chinnici, totalmente estranea all'inchiesta, ma anche contatti con due carabinieri per acquisire informazioni riservate su eventuali indagini a suo carico e bonifiche tecniche nei locali della sua segreteria. Sono le accuse contestate dalla Procura di Catania al vice presidente e assessore all'Agricoltura della Regione Siciliana, Luca Sammartino, all'epoca dei fatti deputato regionale del Partito democratico. L'uomo forte della Lega nell'isola, eletto con circa 21mila preferenze alle regionali del 2022, il secondo più votato in Sicilia, è stato sospeso da incarichi pubblici per un anno dal gip Carla Aurora Valenti. La giudice, pur sottolineando la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza e che a suo carico pendono altri procedimenti per reati in materia elettorale, non ha accolto la richiesta di arresti domiciliari della Procura.

Il parlamentare si è detto «sereno e certo che emergerà la totale estraneità ai fatti, risalenti a cinque anni fa e che con stupore leggo mi vengono contestati». Sammartino si è dimesso dagli incarichi di governo che sono assunti ad interim dal governatore Renato Schifani che ha ribadito «piena fiducia nella magistratura» e ricordato che Sammartino ha «ricoperto il suo doppio ruolo istituzionale con decoro, lealtà e trasparenza».

Le reazioni

«Tra il 2015 e il 2018 Sammartino non era con la Lega: le indagini sono state chiuse nel 2021, ma solo oggi arrivano i provvedimenti, guarda caso a un mese dalle Europee, mi chiedo perché arrivino ora», si chiede il vicesegretario della Lega, Andrea Crippa. Per i componenti del M5s in commissione Giustizia dall'inchiesta emerge «un quadro sconcertante» e «la risposta del governo è un costante lavoro di smantellamento degli strumenti di contrasto a queste e altre forme di malaffare». Il leader di Sud chiama Nord, Cateno De Luca, attacca il vicepremier: «Noi non raccattiamo "feccia politica" pur di avere voti come ha fatto Matteo Salvini». La senatrice Enza Rando, responsabile Legalità del Pd, sottolinea «la necessità di alzare il livello di guardia e di mettere al centro dell'azione politica etica pubblica e antimafia sociale».

Le indagini

Sul caso si è già attivata la commissione parlamentare Antimafia che ha disposto l'acquisizione degli atti dell'inchiesta. Sammartino è indagato per corruzione nell'ambito dell'inchiesta "Pandora" su presunte infiltrazioni mafiose di corruzione nel Comune di Tremestieri Etneo il cui sindaco, Santi Rando, un poliziotto da anni in aspettativa, è stato arrestato per scambio elettorale politico-mafioso. In carcere, con la stessa accusa, è stato condotto dai carabinieri del comando provinciale di Catania anche Pietro Alfio Cosentino, ritenuto il referente del clan Santapaola-Ercolano a Tremestieri Etneo che si sarebbe «adoperato per garantire il rispetto di precisi accordi elettorali propedeutici all'elezione» di Rando. Ai domiciliari Giovanni Naccarato, dirigente del Comune, l'architetto Puccio Monaco, all'epoca dei fatti consulente a titolo gratuito del sindaco, l'ingegnere Paolo Di Loreto e lo storico consigliere d'opposizione Mario Ronsisvalle poi transitato tra i sostenitori di Rando alle amministrative del 2021.

Rando e Ronsisvalle sono stati sospesi dell'incarico di amministratori dal prefetto di Catania.

L'accusa

L'accusa a Sammartino, oggi alla Lega, ma con un passato in Udc, Pd e Italia dei valori, è di avere favorito Ronsisvalle, proprietario di una farmacia a Tremestieri Etneo: si sarebbe impegnato nell'impedire l'apertura a un suo concorrente, intervenendo al Comune. In cambio avrebbe ottenuto l'appoggio elettorale per la candidata alle europee che lui sosteneva nel 2020 per il Pd, Caterina Chinnici, totalmente estranea all'inchiesta. Sammartino, all'epoca, spiegava che bisognava «dare un messaggio in Sicilia» perché «c'è un degrado culturale infinito» e «l'occasione può essere il voto per le europee», con il «sostegno a Caterina Chinnici». Un magistrato, spiegava l'allora deputato del Partito democratico, che «ha una storia, ha un significato, è la Sicilia che non abbassa la testa, che ormai siamo diventati terra di... per i leghisti che ci devono venire a raccontare a noi siciliani come funziona il mondo». Secondo il pentito, Silvio Corra, Sammartino nel 2015 avrebbe incontrato, una-due volte, esponenti di spicco del clan Santapaola.

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