Il terzo mandato ai presidenti di Regione è un capitolo che sembra aver colpito tutti, spacca la maggioranza e divide il Partito Democratico. Nonostante le rassicurazioni da parte dei leader di governo sulla totale assenza di crisi, i dubbi crescono.
La storia
A pochi giorni dal banco di prova delle elezioni in Sardegna, in commissione Affari costituzionali del Senato sembra leggermente più sfocata la foto dal palco di Cagliari, dove sono saliti tutti i big del centrodestra a sostegno del candidato Paolo Truzzu. Ma, circoscritto al dibattito parlamentare e non portato a livello di scontro al di fuori di palazzo Madama, il 'no' di FdI e FI alla proposta della Lega, bocciata dalla commissione, assicurano i protagonisti, non ha riflessi sulla compattezza e l'attività di governo. Lo sottolinea ancora il capo di via Bellerio, Matteo Salvini, lo dichiara il ministro per i rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani e lo stesso fanno altri esponenti del partito di Giorgia Meloni e di Forza Italia.
La battaglia per il Veneto
Che in ballo ci sia il futuro del Veneto a guida del leghista Luca Zaia è stato, in queste settimane, rimarcato da più parti.
Le reazioni
Dal fronte delle opposizioni si tiene a sottolineare le divisioni interne alla maggioranza, ma non solo. "Siamo di fronte a una destra spaccata che non cambia mai, insofferente verso le regole democratiche, che piega le istituzioni ai suoi interessi di bottega. Ci chiediamo come, in queste condizioni, possa andare avanti il governo", osserva il capogruppo dem al Senato, Francesco Boccia.
Come sia andata questa prima battaglia poco importa, la guerra (se così si dovrà chiamare) è ancora lunga, come lo stesso Luca Zaia ha ricordato. E a confermare che da via Bellerio non c'è alcuna intenzione di lasciarla vinta agli alleati di governo ci pensa il segretario e vicepremier Matteo Salvini. Che avverte: "se ne parlerà nell'Aula del Parlamento che è sovrana". Senza contare che ora, a pochi giorni dalle elezioni in Sardegna, la maggioranza potrebbe dover gestire il malcontento dei sindaci e presidenti, un problema anche dell'opposizione (in particolare del Pd) che potrebbe portare a un cambiamento degli equilibri. Nelle intenzioni del leader del Carroccio comunque, molti leggono l'ipotesi che la Lega possa ripresentare l'emendamento quando il decreto approderà nell'Aula di Palazzo Madama, e che in quel caso lo scontro possa essere maggiore e molto più pericoloso.