Sparatoria alla Magliana, arrestato un camionista: in casa coca e una pistola. Ipotesi regolamento di conti

Sparatoria alla Magliana, arrestato un camionista: in casa coca e una pistola. Ipotesi regolamento di conti
di Camilla Mozzetti
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Giovedì 28 Marzo 2024, 07:39 - Ultimo aggiornamento: 14:43

Alcuni sono stati svegliati di soprassalto, altri hanno avuto i riflessi “pronti” per disfarsi di quanto avevano nascosto in casa. Quartiere Magliana, il 27 marzo inizia così: dieci perquisizioni domiciliari, un arresto, due segnalazioni in Prefettura nonché recupero di droga e armi. A meno di 48 ore dall’agguato in cui è rimasto vittima Walter Garofolo, classe 1968, meccanico di professione e diversi precedenti alle spalle in materia di stupefacenti, i carabinieri del Nucleo investigativo di via In Selci insieme ai colleghi della territoriale hanno eseguito dieci perquisizioni domiciliari nei palazzi fra via Pescaglia e zone limitrofe. Esito? Un uomo, Massimo Passa del 1981 ex camionista ma da tempo disoccupato, è stato arrestato poiché in casa è stata trovata coca e hashish nonché una Beretta 92 calibro 9X21 con matricola abrasa. Non è la pistola usata nella gambizzazione di Garofolo ma ciò non esclude l’ipotesi che quanto accaduto ieri mattina possa a breve fornire degli elementi utili a chiarire il ferimento dell’uomo che vanta un trascorso al fianco dei due fratelli narcotrafficanti e da ultimo collaboratori di giustizia Fabrizio e Simone Capogna. E non è escluso che nel novero delle persone perquisite ieri possano emergere quei legami - o meglio quelle frizioni - che hanno portato tre individui lunedì a sparare due colpi contro il 55enne. Garofalo già nel 2011 era stato arrestato per traffico internazionale di stupefacenti, avendo preso parte all’importazione di oltre 152 chili di hashish dalla Spagna. Nel 2020 poi - come accertato dal Gico della Finanza - aveva aiutato uno dei due Capogna, Simone, in combutta con Antonio Gala a “scaricare” un’altra ingente partita di droga.

IL MOVENTE

Le indagini, delegate alla Squadra Mobile e coordinate dalla Dda, hanno finora cristallizzato l’entourage della vittima che, come era pure prevedibile, non ha fornito elementi utili per risalire ai suoi aggressori.

Probabilmente, considerato il modo in cui si è consumato l’agguato - firmato altresì da persone preparate che prima di esplodere i colpi hanno fatto almeno un giro di ricognizione per assicurarsi che l’uomo fosse solo - Garofolo potrebbe aver accumulato dei debiti. Forse proprio per droga o essersi messo in contrapposizioni con altri pregiudicati che a Magliana continuano a fare affari con gli stupefacenti a un livello intermedio. Insomma, una storia che potrebbe rivelarsi non diversa da molte altre narrazioni dove per un debito, appunto, o per un’invasione di “campo” i conti si provano a regolare in questo modo: a suon di proiettili conficcati nelle gambe. La “ciclicità” della storia che vale bene tanto alla Magliana quanto a Roma Est (è di qualche settimana fa l’operazione di polizia sul giro dei fratelli Daranghi e di Alex Corelli: droga e gambizzazioni usate per punire chi aveva sbagliato). Lunedì mattina a bordo di una panda nera erano in tre: guanti in lattice, mascherine sul volto e cappucci calati sulla testa. Sono scesi in due e uno ha sparato. E pur con diversi testimoni, al momento, per via del mascheramento, quei tre uomini restano da identificare

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