Una nube di fumo chiaro ma densa che ha colpito immediatamente alla gola cinque dipendenti della struttura. «Non riusciamo a respirare» dicevano nel chiedere aiuto. Poi la nuvola si è espansa e in breve tutta la struttura è stata evacuata. «Acido solforico e ipoclorito», ha spiegato l’ingegnere dei vigili del fuoco Francesco Scarito: è stato questo il “mix” terribile che ieri ha portato in via Rasella, di fronte all’hotel Barberini, anche il mezzo Nbcr, ovvero l’unità di decontaminazione. Esalazioni tossiche su cui sono ancora in corso le verifiche, partite dai locali della Spa dell’albergo mentre diversi dipendenti erano impegnati nella manutenzione e nella pulizia del centro benessere prima dell’apertura ai clienti.
L’ALLARME
L’allarme è stato dato poco dopo le 9.30 dalla direzione dell’hotel, sul posto oltre ai vigili del fuoco anche gli agenti di polizia del commissariato Viminale, la polizia locale e più tardi la Scientifica.
Prodotti appunto che vengono miscelati insieme poi meccanicamente per pulire la piscina, larga due metri per due metri, stando all’ispezione dei vigili del fuoco. Si dovrà chiarire se durante la sostituzione dei fusti vuoti con quelli nuovi sia stato compiuto qualche errore se i fusti fossero, ad esempio, “fallati” o se la miscela poi nociva sia partita per un guasto tecnico all’impianto. Poi una donna 50enne, che accusava problemi respiratori, è stata portata sempre in codice rosso al San Camillo e ancora tre dipendenti di 26, 39 e 48 anni - tutte in codice giallo - trasferite rispettivamente al policlinico Umberto I e al policlinico Gemelli. Un’altra donna poco prima delle 14 avrebbe chiesto il soccorso in ospedale ma nessuno degli ospiti che alloggiano nell’hotel è rimasto ferito. Alcuni di loro che hanno inalato quei fumi sono stati soccorsi sul posto ma nessuno neanche di quelli portati in ospedale versa in gravi condizioni. Nel pomeriggio i vigili del fuoco hanno richiesto l’intervento di una ditta qualificata per valutare la salubrità degli ambienti e permettere ai clienti di poter trascorrere la notte in hotel. Al momento dell’evacuazione tutte le finestre delle camere e degli ambienti sono state aperte al fine di far disperdere quella nube. «Abbiamo visto quei dipendenti che faticavano a respirare, non capivamo - raccontavano diversi clienti usciti ancora in abbigliamento notturno dall’hotel - poi ci hanno fatto uscire di corsa, ci siamo molto spaventati».
© RIPRODUZIONE RISERVATA