LE INDAGINI
Nel frattempo, gli investigatori avevano preso in consegna i suoi due amici di nazionalità albanese, uno dei quali colpito anche lui, ma in modo non grave, da un'arma da taglio. Immediate le indagini per fare luce sul doppio ferimento. I carabinieri del Nucleo operativo di Velletri, oltre a interrogare i due uomini per ricostruire l'accaduto, hanno attivato posti di blocco nella zona, nella speranza di intercettare l'aggressore di E.C. o di individuare suoi complici. L'arrivo al pronto soccorso è avvenuto poco dopo le 4 di venerdì, quando, quasi certamente, i partecipanti all'aggressione degenerata in tentato omicidio avevano già fatto perdere le loro tracce. Quanto al movente, l'orientamento prevalente è quello di un regolamento di conti nell'ambito della criminalità operativa tra i Castelli romani e la fascia del litorale a sud della capitale: si pensa più a un agguato animato da retroscena precisi - spaccio di sostanze stupefacenti - che a una rissa esplosa per futili motivi, come una lite davanti a un locale per una donna contesa. Dubbi amplificati anche dalla sensazione di qualche reticenza nel racconto degli accompagnatori di E.C. al pronto soccorso.IL PASSATO
La vittima che in queste ore si trova tra la vita e la morte nell'ospedale dei Castelli, d'altronde, ha un passato movimentato. Nell'agosto 2016 l'uomo era finito nelle cronache, in quanto responsabile dell'investimento mortale di un uomo di 58 anni, Giovanni Palazzolo, dipendente di un'azienda agricola e padre di due figli, travolto e ucciso ad Ardea, mentre era a bordo della sua Fiat Panda colpita violentemente dalla Mercedes Classe A guidata dall'allora trentanovenne di Albano. Oltre che al volante senza patente (a lui ritirata nel 2011 per guida sotto l'effetto di alcol e droga e mai riconsegnata), l'investitore era ubriaco. Un'aggravante che gli era costata l'arresto, scontato ai domiciliari nella sua abitazione di Albano.© RIPRODUZIONE RISERVATA