PERUGIA - Quattro anni e 4 mesi di condanna, che sarebbero stati sei e mezzo senza la scelta del rito abbreviato. Quattro anni e 4 mesi chiesti dalla procura per aver traumatizzato due bimbe delle scuole elementari che a nemmeno 9 anni hanno prima subito le sue attenzioni e poi hanno avuto il coraggio di denunciarlo per violenza sessuale aggravata. Questa l'accusa per cui un ottantenne residente a Perugia, A.Q., si trova sotto processo davanti al giudice Natalia Giubilei, a rispondere delle pesanti contestazioni a suo carico dopo i racconti inquietanti delle due bambine. Racconti che parlano degli abusi subiti durante le pause pranzo a scuola, subiti dall’uomo - conosciuto e di cui quindi si fidavano - che in quell'istituto cittadino svolgeva attività di vigilanza.
All'ottantenne il sostituto procuratore Franco Bettini contesta il «toccamento delle parti intime e delle cosce», i «baci in bocca» e i «massaggi sulle spalle e sulla schiena» da parte dell’uomo che con «mosse repentine» avrebbe «approfittato del contesto di gioco durante la pausa pranzo nella scuola». Il pm poi parla di «più atti esecutivi del medesimo disegno criminoso e con più azioni», quindi di più episodi, che gli sono valsi la contestazione della continuazione. Episodi che, nonostante la giovanissima età, hanno messo in allarme le bambine e le hanno convinte ad avvisare mamma e papà, anche se tra le lacrime e il viso in fiamme per la vergogna: da qui la denuncia, le indagini fino alla richiesta di rinvio a giudizio. Con l'ammissione appunto del rito abbreviato condizionato all’escussione di due testimoni, una bidella e un ausiliario di un’associazione di volontariato.
L'anziano, assistito dall'avvocato Teresa Giurgola, è stato allontanato dalla scuola subito dopo la denuncia, ma ha sempre sostenuto si sia trattato di atteggiamenti affettuosi nei confronti dei piccoli che era stato chiamato a vigilare.